Le Competenze degli Orientatori Project Erasmus+KA2 “ECVET.OER.NEET”

La professione di Orientatore nei Paesi europei non è ancora ben conosciuta.

Spesso viene esercitata da esperti provenienti da settori diversi: psicologi, pedagogisti, consulenti scolastici, insegnanti, educatori, formatori, assistenti sociali o operatori amministrativi così come si incontrano consulenti per l’impiego dietro agli sportelli per le politiche attive.

Il progetto Ecvet.Oer.Neet (www.project-neet.eu) realizzato da Studio Risorse ed i suoi partner ha evidenziato per gli orientatori, in particolare per coloro che lavorano con i giovani disoccupati, la necessità di conoscenze ampie e di specifiche capacità.

La situazione in ogni Paese è un po’ diversa, ma dalle analisi è emersa un’immagine modello circa le capacità e le conoscenze che un operatore ideale di orientamento dovrebbe possedere.

Un orientatore professionista conosce il mercato del lavoro locale e le possibilità che esso offre. È informato sui principi del diritto del lavoro. Ha conoscenze di base di psicologia, sociologia ed etica per gestire correttamente i bisogni specifici delle persone.

Sa come condurre un colloquio e conosce gli strumenti per la sua valutazione. Nel gestire il processo di selezione distingue e abbina le competenze dell’utente. È in grado di riconoscere e risolvere eventuali problemi e in caso di conflitto, utilizza in modo efficiente le proprie capacità di negoziazione e di comunicazione.

Chi orienta i NEET verso il lavoro deve conoscere i fattori che influenzano i loro comportamenti oltre alle lingue e alle culture straniere per la crescente mobilità geografica.

Tra le competenze trasversali significative per il ruolo di orientatore vengono sottolineate la resistenza allo stress, le capacità motivazionali e di ascolto attivo.

L’affidabilità ed empatia sono le doti che facilitano le interazioni. Per questo l’orientatore deve conoscere le basi di comunicazione non verbale e saper stabilire i confini nella relazione con la persona.

Le attività di ricerca nell’ambito di Project Ecvet.Oer.Neet hanno focalizzato quali sono le competenze attualmente possedute dagli operatori di orientamento.

La maggior parte di loro è in grado di capire ed analizzare i bisogni delle persone oltre a saperle motivare in caso di insuccesso. Sono inoltre flessibili e capaci di collaborare con i colleghi.

Tuttavia solo poco meno di metà di loro è in grado di creare un progetto di sviluppo o un piano d’azione insieme ai giovani.

Paragonando le risposte degli operatori e dei loro responsabili sulle competenze attuali e quelle ideali, è stato possibile identificare i fabbisogni degli orientatori europei.

La gestione della rete sociale e istituzionale è un punto debole di molti operatori. In tanti credono di non avere le informazioni sufficienti sulle domande attuali del mercato di lavoro e sulle normative relative all’occupazione e alla formazione professionale.

Non tutti si sentono preparati per condurre i colloqui secondo la metodologia specifica e non sempre conoscono i software e servizi web-based per la gestione delle prestazioni connesse all’orientamento.

Gli operatori devono migliorare le proprie capacità linguistiche e per questo potrebbe essere utile avvicinarli anche allo specifico linguaggio giovanile. Lo sviluppo digitale e l’età media degli interessati segnala la necessità di potenziare le competenze tecnologiche – linguaggio digitale, l’uso di social media, le competenze informatiche.

I consulenti dell’impiego non si sentono abbastanza preparati per condurre i colloqui e costruire gli strumenti necessari per svolgere al meglio il loro lavoro. Non hanno molta dimestichezza con i principi di organizzazione aziendale né con economia. Non conoscono delle fondamenta di psicologia né di sociologia. Si nota il bisogno formativo anche sulle modalità di avvio di un’impresa e di lavoro autonomo.

Il profilo perfetto per lavorare con i NEET è molto complesso e per avere tutte le competenze essenziali gli operatori di orientamento di oggi necessitano di una formazione specialistica.

La qualifica di orientatore riconosciuta in Italia, potrebbe essere un buon inizio.