D.LGS 13 aprile 2017 n. 61 Istruzione professionale

Il Dlgs 61/2017 è uno degli otto decreti attuativi della riforma scolastica, la cosiddetta Buona Scuola.

Il provvedimento disciplina la revisione dei percorsi di istruzione professionale in raccordo con i percorsi IeFP di istruzione e formazione professionale.

L’obiettivo è quello di dare una precisa identità agli istituti professionali, innovare la loro offerta formativa, potenziare le attività didattiche laboratoriali, rispondere alle esigenze delle filiere produttive del territorio.

Definiti come scuole territoriali dell’innovazione, gli istituti professionali sono concepiti come laboratori di ricerca, sperimentazione ed innovazione didattica improntata al principio della personalizzazione educativa.

I percorsi hanno una durata quinquennale – biennio e triennio – e sono finalizzati al conseguimento di diplomi di istruzione secondaria di secondo grado, relativi agli indirizzi di studio che danno accesso agli istituti tecnici superiori, all’università, alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Gli indirizzi di studio passano da 6 a 11, sono riferiti ad ampie aree di attività economiche e possono essere declinati in percorsi formativi richiesti dal territorio coerentemente alle priorità indicate dalle Regioni nella propria programmazione

I profili di uscita e i relativi risultati di apprendimento, definiti con decreto del MIUR, vengono esplicitati in termini di competenze, abilità e conoscenze

In via sussidiaria, gli istituti professionali, previo accreditamento regionale e modalità da definirsi con accordi in sede di Conferenza Permanente possono attivare percorsi di istruzione e formazione professionale per il rilascio della qualifica triennale e del diploma professionale quadriennale nel rispetto degli standard formativi definiti da ciascuna regione.

A livello regionale vengono definite le modalità realizzative dei percorsi tramite appositi accordi tra la Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale mentre con decreto del MIUR vengono definiti i criteri generali per favorire il raccordo tra l’Istruzione professionale e l’IeFP.

Tutti i titoli rilasciati in esito ai percorsi- diploma di istruzione professionale, diplomi professionali e qualifiche- sono correlati nel Repertorio Nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali ai sensi del D.Lgs 13/2013.

Sono previsti i passaggi tra i sistemi di istruzione professionale e l’IeFP .

Effettuati esclusivamente a domanda degli studenti, prevedono la certificazione delle competenze acquisite, il riconoscimento dei crediti posseduti, attività di inserimento e di accompagnamento. .

I percorsi di istruzione professionale, articolati in un biennio e in un triennio, sono caratterizzati dalla:

  • personalizzazione degli apprendimenti e dal Progetto formativo individuale
  • aggregazione, nel biennio, delle discipline all’interno degli assi culturali e nel triennio, delle discipline di istruzione generale
  • progettazione interdisciplinare
  • utilizzo prevalente di metodologie didattiche di tipo induttivo, attraverso esperienze laboratoriali e in contesti operativi
  • possibilità di attivare percorsi di alternanza scuola-lavoro e percorsi di apprendistato ai sensi del decreto legislativo n. 81/15
  • organizzazione per unità di apprendimento necessario riferimento per il riconoscimento dei crediti posseduti dagli studenti, soprattutto nei passaggi ad altri percorsi di istruzione e formazione
  • certificazione delle competenze effettuata, nel corso del biennio, con riferimento alle unità di apprendimento, secondo un modello adottato con decreto del MIUR e per il triennio, nonché per le qualifiche triennali e i diplomi quadriennali, nel rispetto delle disposizioni del Dlgs 13/2013.

 

Con il Decreto 61/2017 viene inoltre istituita la «Rete nazionale delle scuole professionali» di cui fanno parte le istituzioni scolastiche statali o paritarie che offrono percorsi di istruzione professionale e le istituzioni formative accreditate.

La Rete si raccorda con la Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro ai sensi del decreto legislativo n. 150/2015.

I percorsi di istruzione professionale, ridefiniti ai sensi del nuovo decreto, saranno avviati a partire dalle classi prime funzionanti nell’anno scolastico 2018/2019.

Formazione 4.0 Piano Nazionale Industria 4.0

La nuova Legge di Bilancio 2018 introduce il credito di imposta per le spese di formazione 4.0. autorizzando per l’anno 2019 una spesa di 250 milioni di euro.

Il credito interessa tutte le imprese indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalle dimensioni, dal regime contabile adottato e dalle modalità di determinazione del reddito ai fini fiscali.

Sono ammissibili al credito di imposta solo le attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Industria 4.0:

  • big data e analisi dei dati
  • cloud e fog computing
  • cyber security
  • sistemi cyber-fisici
  • prototipazione rapida
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata
  • robotica avanzata e collaborativa
  • interfaccia uomo macchina
  • manifattura additiva
  • internet delle cose e delle macchine
  • integrazione digitale dei processi aziendali

Le attività di formazione inoltre devono essere pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali e riguardare i seguenti ambiti:

a) Vendita e marketing

b) Informatica

c) Tecniche e tecnologie di produzione

Per ciascun ambito la legge elenca i settori nei quali è possibile svolgere la formazione.

Sono escluse dal beneficio le attività di formazione ordinaria o periodica organizzata dall’impresa per conformarsi alle norme in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro e di protezione dell’ambiente o altre norme obbligatorie in materia di formazione.

Il credito riguarda le spese di formazione del personale dipendente e viene riconosciuto per un importo massimo annuo pari a 300.000 euro.

Entro tale limite la misura del beneficio è pari al 40 per cento del costo aziendale dei lavoratori dipendenti per il periodo in cui essi siano occupati in attività formative.

L’incentivo si applica esclusivamente alle spese sostenute nel 2018 e potrà essere compensato a partire dal 2019.

Dovrà inoltre essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese agevolabili, non concorre alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP e si applica nel rispetto delle norme europee sulla compatibilità degli aiuti con il mercato interno.

Per usufruire del credito di imposta le imprese dovranno certificare i costi delle spese di formazione.

La certificazione deve essere effettuata dal soggetto incaricato della revisione legale o da un professionista iscritto nel registro dei revisori legali e dovrà essere allegata al bilancio.

Le imprese non soggette a revisione e prive di collegio sindacale dovranno comunque avvalersi delle prestazioni di un revisore legale o di una società di revisione e le spese sostenute saranno ammissibili al credito di imposta entro il limite massimo di 5.000 euro.

Le disposizioni applicative – documentazione richiesta, controlli, cause di decadenza dal beneficio – saranno stabilite con un apposito decreto ministeriale che dovrà essere adottato entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio avvenuta il 1 gennaio 2018.

 

Le politiche per la formazione e il cofinanziamento del Programma Erasmus+ per l’IeFP Politiche formative

La nuova Legge di Bilancio prevede l’incremento a partire dal 2018 di due milioni di euro delle risorse finanziarie del Fondo sociale per occupazione e formazione al fine di garantire la copertura delle attività connesse alle politiche di formazione e il cofinanziamento del Programma Erasmus + nell’ambito VET-Vocational Entreprise Training.

L’intervento è finalizzato alla promozione ed al coordinamento delle politiche formative attraverso:

  • azioni rivolte all’integrazione dei sistemi della formazione, della scuola e del lavoro
  • coordinamento in materia di aiuti di stato alla formazione
  • riconoscimento delle qualifiche professionali
  • riparto dei fondi destinati alle politiche di formazione
  • politiche in materia di Istruzione e Formazione Professionale e della Formazione Tecnica Superiore (IFTS-ITS)
  • definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di riconoscimento e certificazione delle competenze e di alternanza scuola-lavoro.

Intende inoltre assicurare il cofinanziamento del Programma Erasmus+ per l’ambito dell’Istruzione e Formazione Professionale ai sensi del Regolamento (UE)1288/2013.

A seguito dell’entrata in vigore del Regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – D.P.R. n. 57/2017 – il cofinanziamento viene ora gestito dalla Direzione generale degli ammortizzatori sociali e della formazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il Programma è volto a sostenere lo sviluppo professionale di quanti lavorano nel settore dell’Istruzione e della Formazione Professionale attraverso periodi di formazione all’estero. Tali periodi possono consistere in tirocini, attività di job shadowing o periodi di osservazione presso istituti di IeFP o altre organizzazioni quali imprese, enti pubblici, partner sociali, istituti di ricerca e organizzazioni non governative.

Tra gli obiettivi il miglioramento delle competenze professionali, il rafforzamento dell’insegnamento e dell’apprendimento, la promozione della mobilità, la modernizzazione delle istituzioni educative e formative.

In particolare le azioni previste riguardano:

– la mobilità per l’apprendimento individuale di studenti, tirocinanti, apprendisti, neodiplomati e neo qualificati oppure di insegnanti, formatori, esperti tramite esperienze di apprendimento professionale in un altro paese

– progetti di cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone pratiche mirati a sviluppare allo scambio di esperienze e di know-how nei settori dell’istruzione e della formazione.

Il sostegno finanziario è destinato o a coprire i costi di viaggio vitto e alloggio durante il soggiorno all’estero e supportare l’organizzazione degli istituti partecipanti.